Una giornata da ricordare, il 3 marzo 2023, in cui una straordinaria intersezione tra archeologia, arte e tecnologia ha portato un sarcofago - dopo un viaggio iniziato a Luxor oltre 3000 anni addietro - ad essere esaminato da un sistema robotizzato di scansione delle superfici, sviluppato dai ricercatori del laboratorio MUSP, i cui componenti sono stati integrati grazie ad un finanziamento della Fondazione di Piacenza.
Il fine ultimo è il miglioramento delle conoscenze scientifiche e delle analisi conservative che vengono effettuate su reperti di questa importanza.
Il sarcofago è uno dei pezzi più pregiati della mostra Egitto Svelato, curata dal Comune di Piacenza in collaborazione con l’Istituto Europeo del Restauro, che si è chiusa nei giorni scorsi a Palazzo Gotico: appartenente allo scriba del granaio della casta sacerdotale di Amon-Ra, è totalmente decorato, caratteristica dei sarcofagi della 21a dinastia, ed è un prestito del museo civico archeologico di Bergamo verso cui è partito subito dopo la scansione.
Il profilometro, che ha consentito la scansione tridimensionale, è costituito da una sorgente laser e da una telecamera che permette di ricostruire la geometria 3D. Abbinando il movimento del robot alla scansione di una linea, si possono ricostruire superfici complesse e programmare, in maniera autonoma, traiettorie del robot per esplorare, con maggiore dettaglio, zone particolari dell’oggetto osservato.
Il risultato di questa scansione, che è avvenuta senza che il robot sia andato a contatto con l’oggetto da rilevare, è una “nuvola di punti”, che può essere utilizzata per finalità di ricerca o per rappresentazioni grafiche computerizzate, e persino impiegata per realizzare “repliche” dell’oggetto scansionato mediante altre attrezzature disponibili presso il laboratorio. Questo incontro tra ricerca, arte ed innovazione è stato facilitato dall’intervento del Comune di Piacenza, che ha messo in contatto l’Istituto Europeo del Restauro, curatore della mostra, con il Consorzio MUSP.